Camminando nel Blumen

Sconosciuto

Non riuscirÚ mai a capire perchÈ lo chiamino ìil BlumenîÖ
Forse il nome Ë dettato dallíironia di questo luogo, dal suo acre odore di ruggine, dallíumidit‡ che penetra fin nelle ossa e fa stridere i denti. Ora che ci penso non so nemmeno come sono arrivato in un posto cosÏ lugubre e tutti questi resti di mattoni e sassi frantumati sul terreno rendono líintera situazione ancor pi˘ spiacevole.
Mi viene da ridere se penso al fatto che a lei un ambiente del genere sarebbe sicuramente piaciuto.
Il prefetto mi aveva sempre detto che con il mio modo di fare da sociopatico non avrei mai potuto fare carriera e salire nelle gerarchie, ma a me non Ë veramente mai importato molto di tutto ciÚ. Ho sempre reputato il prefetto persona sgradevole, e non sar‡ certo questo luogo dimenticato dallíuomo a farmi cambiare opinione su di lui o sul mio modo di comportarmi.
Le mie scarpe consunte continuano a masticare frammenti di roccia, ma invano cerco di intravedere il cielo. Forse oltre quelle lamiereÖ
Come posso calpestare i miei ideali, le mie sinapsi bruciano ogni qualvolta cerco una giustificazione ad un comportamento contrario ai miei principi, posso forse di punto in bianco dimenticare tutto quello che i miei occhi hanno visto solo per guadagnare qualche moneta in pi˘ alla settimana? La rivoluzione ha bisogno anche del piccolo apporto di un burocrate come me, oppure Ë destinata a rimanere solo un vecchio mito raccontato di fronte al camino acceso.
Eí strano come ancora non riesca a prendere sonno, ormai devono essere diversi giorni che cammino qua dentro. Il giaciglio Ë un poí scomodo lo ammetto, ma le pietre sotto la schiena le ho tolte tutte e la superficie di terra battuta Ë piana, eppure non riesco a chiudere occhio.
Lei me lo aveva dettoÖ questo luogo io lího gi‡ incontrato. Forse ne abbiamo parlato durante le serate passate a Villa Telesio, o forse lího gi‡ visitato in sogno. Rimane il fatto che questo strana sensazione di angoscia non accenna ad andarsene, ho voglia di urlareÖ
Finalmente uno spiraglio, forse líuscita da questo infausto luogo Ë lÏ, a portata di mano. Devo solo trovare un modo per arrampicarmi fino a quel mucchio di legna ammuffita.
PerchÈ perÚ rimanere ancorato a dei sogni nobili quando so bene che tutto Ë inevitabilmente votato a consumarsi? Non converrebbe forse smettere di affannarsi a pensare a godersi un poí di questa effimera vanit‡ finchÈ sono ancora in tempo?
Le tasse, líamore, la politica: tutto si consumer‡ o marcir‡, solo una cosa rimane lÏ, granitica. Il senso di autoconservazione, ma perchÈ? PerchÈ faccio tutta questa fatica per arrampicarmi, con queste piccole pietre che si incastrano sotto le unghie e mi fanno sanguinare? PerchÈ devo far fatica a respirare e ingoiare il sapore di questa terra arida? Questa non Ë autoconservazione, Ë parassitario desiderio di succhiare momenti di superiorit‡. PerchÈ?

Oh, un fiore.