Dopo il decimo anno del terzo millennio

Aron Cheroes

Momenti di libertà dagli spintoni e dalla bellezza della vita. Quante parole da memorizzare, sempre più difficile parlare al cuore e, dal cuore, ricevere i pensieri più intensi.

Raro essere in auto, al vapore dell’acqua ghiacciata caduta sul lunotto, motore acceso e ancora tanto rock ad animare il giorno, le forze e la vita intera.

Un miracolo sapere ancora scrivere, con calligrafia instabile e lucida registrazione dello spirito: tutto ritrova significato e splendore nella regia lontana dal teatro, molto riflessiva.

Così ogni res sembra essere un gioco domato dall’ispirazione, rarefatti i problemi e completato il percorso del corpo che cresce, che  apprende, che trova un proprio equilibrio, esso si definisce non trovando -in definitiva- un cazzo.

L’inverno mi stringe la gola e il nuovo anno dovrà essere per forza migliore, dovrà essere forzatamente migliore, auguri!